Oggi è certamente possibile stampare in proprio un libro a costi irrisori. Questa operazione a tutta prima può apparire come facile ed alla portata di tutti: basta avere un computer ed un qualunque editor di testo. Purtroppo non è così: in molti casi, la mancanza di progettazione si vede e la prima a farne le spese è proprio la leggibilità del testo.
Andiamo nella nostra libreria. Tanti o pochi che siano i volumi, tra questi sicuramente ci sarà un libro che ci è subito apparso malfatto, caotico, stranamente disordinato, perfino troppo “pieno”. Il nostro occhio subito individua le disarmonie, subito sa dire se qualcosa non va. Difficile è progettare l’armonia. In proposito forse ricorderemo proprio quella certa edizione del nostro romanzo preferito e di quanto richiedesse una buona vista. Tornerà alla mente anche quell’ introvabile libro che volevamo a tutti i costi e che abbiamo comprato solo in una edizione print on demand ed impaginazione automatica. Che peccato quei caratteri minuti e le interlinee così ampie. E quel libro così particolare che l’autore decise di stampare tutto con caratteri gotici? Stampò l’equivalente di una bibbia Gutenberg credendo di darsi un tono. Non siamo mai riusciti a leggerlo. Nessuno oggi leggerebbe libri così.
I libri malfatti cos’hanno di diverso dagli altri libri, quelli belli?
O meglio cos’hanno di migliore quei libri che ci sembrano più gradevoli?
Esaminiamone uno sbagliato e teniamo d’occhio uno corretto.
Forse la prima cosa che salta all’occhio in un libro mal riuscito sono i margini ridotti. Sono libri il cui testo vive pericolosamente vicino al bordo del foglio. È invece bene dare valore agli spazi vuoti: dare “aria” al testo è importante quanto “riempire” la pagina. In effetti, nei programmi di impaginazione è possibile impostare queste distanze. Questa operazione, che può apparire banale, nasconde insidie ed opportunità.
I margini del testo dovranno tenere conto degli spazi richiesti dalla rilegatura e degli altri elementi nella pagina, nonché del giusto rapporto tra spazi vuoti e pieni della pagina. Esistono vari metodi, derivati dagli studi sul layout, per calcolare i rapporti ottimali tra i vari margini che si andranno ad applicare. In queste prime fasi è anche possibile impostare una griglia secondo la quale si potranno collocare, testi, immagini e quant’altro occorra in modo armonico, logico e semplice da usare.
Le griglie garantiscono anche la coerenza tra le pagine.
Non bisogna dimenticare le abbondanze, la tolleranza di taglio. Con abbondanza (bleed) si intende un margine di sicurezza per coprire eventuali errori di taglio dei fogli stampati dovuti alla tolleranza delle macchine. Questi margini ulteriori ci assicurano che eventuali elementi grafici posti proprio ai bordi previsti del foglio siano davvero “al vivo” e non circondati da un fastidioso, imprevisto bordo bianco. Di solito sono sufficienti 3 mm su tutti i lati.
L’impaginatore può impostare fin da subito queste che sono le caratteristiche generali del progetto: dimensioni, margini e abbondanze.
Altra cosa che noteremo in un libro mal impaginato che non riusciamo ad orizzontarci, a trovare la nostra posizione nel libro.
È importante saper valorizzare la struttura di un testo, e la sua gerarchia. Mi riferisco quindi sia alla progettazione di spazi riconoscibili per capitoli e sezioni che all’uso di una regola per mostrare a colpo d’occhio quali siano i titoli, i sottotitoli, le note e tutti quegli altri elementi del testo che hanno un peso diverso dal normale. Per questo si parla di gerarchia visiva.
Quest’ultima da ritmo al testo ed è pensata per riflettere la diversa importanza dei livelli del testo. Solitamente si intende che le dimensioni di questi elementi siano direttamente proporzionali al loro peso: banalmente, i titoli dei capitoli saranno molto grandi, con font o colori particolari, in quanto sono i primi che incontreremo e serviranno per catturare l’attenzione. A scendere avremo sottotitoli, titoli di paragrafi per arrivare al corpo del testo, che dovrà essere più funzionale ad una lunga lettura. Seguiranno note e didascalie. Più un testo è ordinato, più è leggibile.
Nell’inserire il testo l’impaginatore imporrà degli stili di carattere e paragrafo ad ogni categoria di testo. Questo sistema consente di regolare in un unico posto, senza sbagliare, per tutto il libro: font (il tipo di carattere), la sua dimensione, colore, interlinea ( la distanza tra una riga e l’altra), allineamento e molte altre cose. Tutti elementi che influenzano grandemente la qualità di lettura. Font diversi, pur mantenendo la stessa dimensione ( il corpo), hanno occhi ( la distanza tra la linea mediana e quella di base, solitamente la dimensione della x) diversi e leggibilità diverse.
Grazie agli stili è possibile regolare in maniera automatica anche altri elementi importanti quali l’allineamento del testo: sbandierato o giustificato, sillabato o no, con tabulazioni e capilettera; nel caso del testo giustificato si verificherà che gli spazi tra le parole siano ben distribuiti e si controllerà che non si formino fastidiosi canaletti (quando lo spazio tra le parole è davvero eccessivo). Questo in parte può essere regolato con la sillabazione, dalla lunghezza delle righe e dall’impostazione delle regole di giustificazione. Parte della progettazione è anche valutare la giustezza della riga: In base al font usato ed alle sue dimensioni si avranno differenti lunghezze ideali della riga.
Inoltre, al pari del web, un testo ha spesso una serie di informazioni che consentono di “navigarci dentro”, che lo rendono consultabile, che ci fanno capire immediatamente in quale punto del testo ci troviamo. Queste sono, ad esempio, il numero di pagina, o l’indicazione del titolo corrente. L’impaginatore non le metterà a mano in ogni pagina, ma userà apposite funzioni di programmi dedicati.
Queste ed altri elementi rappresentano la struttura generale della pagina che andrà impostata in quella che chiamiamo pagina mastro. Si intende con questo una pagina di base, un sorta di menabò, di schema degli elementi presenti in ogni pagina. Qui andranno collocati tutti quegli elementi che andranno ripetuti su tutte le pagine, compresi quei numeri di pagina e titoli di cui abbiamo parlato ed eventuali elementi grafici quali retini (colori) o sfondi. Proprio In questo frangente entrano in gioco le abbondanze cui abbiamo accennato. Per non sbagliare le stampe è opportuno portare i retini oltre i bordi, fino alle abbondanze.
Ma un libro non è sempre composto di solo testo. Anzi, ci sono libri bellissimi in cui testo ed immagini si amalgamano in un tutt’uno trovando una dimensione ideale. Altri ancora sono composti prevalentemente da foto: a tutta pagina, in alta qualità, con inchiostri speciali, accompagnati da brevi testi.
Per questo anche le immagini chiedono attenzione.
Possono essere raster o vettoriali. Le prime sono le tradizionali immagini composte da griglie di punti, mentre le vettoriali sono un complesso insieme di forme generate graficamente sulla base di formule matematiche. Alcuni confondono l’espressione vettoriale con digitale. Più frequenti sono le immagini raster. In questo caso l’impaginatore saprà dirci se hanno la giusta risoluzione o il giusto profilo colore per la stampa. Solitamente una immagine per la stampa ha una risoluzione (il numero di punti che vanno a formare l’immagine presenti in un pollice) di almeno 300 dpi ed un profilo colore FOGRA39. Se in bianco e nero sarà possibile scegliere un profilo di grigio ad esempio Gray Gamma 2.2. Se le immagini saranno circondate dal testo, l’impaginatore darà loro i giusti spazi e saprà come collocarle, didascalie comprese.
Non è dunque ultima è la corretta gestione delle immagini, sia come profilo colore che come risoluzione per evitare di avere foto sgranate o dalla imprevedibile resa in stampa.
Come abbiamo visto sono svariati gli aspetti da impostare per ottenere un prodotto stampabile di buona qualità e dunque per avere un buon libro, ben progettato non è di secondaria importanza affidarsi ad un professionista che conosca sia la teoria che i software per applicarla, un collaboratore specializzato, quale l’impaginatore editoriale è, che ci aiuti a sviluppare il nostro progetto.
Concludendo perché affidarti ad un impaginatore professionista?